PERCHÈ FARE UN VIDEO

Una storia raccontata per immagini rimane più impressa nella mente di chi la guarda e la ascolta: genera sensazioni ed emozioni che il nostro cervello è in grado di elaborare molto più velocemente di un testo o di un racconto orale, per quanto coinvolgente esso sia. Quando leggiamo o ascoltiamo, il nostro atteggiamento è quello di comprendere ciò che stiamo percependo. Quando visualizziamo un’immagine -che sia statica o in movimento, invece, vengono attivate delle funzioni psichiche connesse alle nostre esperienze precedenti; a queste ultime noi colleghiamo, a nostra volta, concetti, sensazioni, pensieri che vengono richiamati quando ricordiamo o rivediamo quell’immagine. Questa sorta di bagaglio emozionale rappresenta oggi la fonte primaria della comunicazione.


Quello di raccontare e di raccontarsi è una sorta di “rito sociale” e non poteva non avere conseguenze sul web grazie a piattaforme in grado di condividere, tramite foto e video, questi momenti narrativi con amici e conoscenti. “Anche la comunicazione, e in particolare quella online, non è rimasta indifferente ed ha compreso queste potenzialità, attribuendo un peso sempre maggiore al visual storytelling”. Grazie al video raccontiamo e lo facciamo comunicando contemporaneamente informazioni. La contemporanea “evoluzione tecnologica ha portato poi ad una radicale trasformazione dei mezzi e dei tempi di comunicazione, cambiando per sempre la nostra quotidianità”.

Informativo, espressivo, emotivo, estetico, esortativo, metalinguistico: qualunque sia la funzione di un video, rimane di base che esso è altamente evocativo e il fatto che si integri perfettamente con il linguaggio testuale -e che il più delle volte lo sostituisca completamente- può dar vita a metafore che non fanno altro che aumentare la percezione del reale o addirittura portare all’estremo la nostra immaginazione.

Questo aspetto nella comunicazione aziendale non ha fatto altro che accrescerne le potenzialità per creare un filo diretto con i destinatari del messaggio e quindi con i potenziali clienti: le emozioni generate da un video sono quelle stesse emozioni che possono arrivare ad influenzare la scelta di chi guarda. In questo nuovo assetto comunicativo ben si inseriscono i social network (e più in generale la “rete”): grazie ad un video un brand può comunicare in modo creativo e originale la propria identità on line. Inoltre la commistione tra social network e nuovi dispositivi (smartphone, tablet, console e smart Tv) porta ad una maggiore fruizione del video: fare un video e metterlo in “rete” vuol dire arrivare in maniera capillare ovunque e in qualunque momento, dando vita ad una sorta di comunicazione di massa. Questa dinamica sta cambiando la relazione che si instaura tra chi genera offerta e chi produce domanda, sviluppando di fatto un’interazione tra le due parti: oggi un consumatore se vuole acquistare prima controlla il sito, poi vede se ci sono video tutorial o video che raccontino dell’azienda, poi controlla la fanpage di Facebook per ricavarne giudizi, poi le foto o i video su Instagram, solo alla fine deicide di rivolgersi a quell’azienda per acquistare il bene o il servizio. Questo fa capire l’importanza di come un buon video che racconti della propria azienda e una buona strategia di diffusione portano il cliente a fidarsi del prodotto o servizio, ma più in generale ad affidarsi alla propria azienda.

Andrea Carnevali CEO di Republic+Queen e Co-Founder di Wannabe, Agenzia specializzata in Strategia e Advertising

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